Dexter: Resurrection

  • Data di uscita: 11 luglio 2025
  • Genere: Drammatico, Poliziesco, Thriller psicologico, Crime
  • Regia: Marcos Siega, Sanford Bookstaver, Michael Lehmann
  • Attori: Michael C. Hall, Jack Alcott, David Zayas, Uma Thurman, Peter Dinklage, Krysten Ritter, Neil Patrick Harris, Eric Stonestreet, Kadia Saraf
  • Durata: 10 episodi (47–59 minuti ciascuno)
  • Distribuzione: Paramount+ / Paramount+ with Showtime
  • Sceneggiatura: Clyde Phillips, Scott Reynolds, Scott Buck
  • Fotografia: Edward J. Pei
  • Montaggio: Perri Frank
  • Produzione: Showtime, Counterpart Studios, Clyde Phillips Productions, Paramount Television Studios
  • Bentornati nel mondo di Dexter Morgan, un luogo dove giustizia, istinto e sangue si intrecciano con una precisione quasi chirurgica. Dexter: Resurrection è ufficialmente iniziato, e dopo aver visto le prime due puntate possiamo dire che, pur senza momenti esplosivi, la serie ha saputo riconnettersi con ciò che ha sempre reso affascinante questo universo.

    Il ritorno di Dexter è, in un certo senso, una piccola forzatura narrativa. Il modo in cui si giustifica la sua sopravvivenza dopo gli eventi di New Blood è al momento poco convincente, ai limiti dell'inverosimile, ma si percepisce la volontà di trattarlo solo come un prologo, un passaggio necessario per raggiungere qualcosa di più coerente e narrativamente solido. Il mondo di Dexter, del resto, è sempre stato ben scritto, ben messo in scena, e anche in questo nuovo inizio non fa eccezione. C'è una cura visiva e tematica che regge l'impianto, anche quando lo script non brilla per originalità.

    Dalla prima puntata si avverte chiaramente un tentativo di ristabilire un legame con le origini. Tornano figure simboliche come il padre Harry, Doakes, il Trinity Killer, e soprattutto Angel Batista. Quest'ultimo, interpretato da David Zayas, sembra finalmente avere un ruolo più centrale, più deciso, forse destinato a diventare una vera nemesi morale per Dexter. Il suo ritorno non è un semplice omaggio ai fan, ma un tassello che potrebbe rivelarsi fondamentale per lo sviluppo del conflitto interno ed esterno del protagonista.

    Interessante anche l'introduzione della nuova investigatrice, personaggio fin da subito credibile, perspicace, capace di intuizioni che potrebbero rivelarsi determinanti. Una figura scritta con intelligenza, che si muove con naturalezza in un contesto complesso e stratificato. Allo stesso tempo, la narrazione costruisce una simmetria sottile ma efficace tra Dexter e suo figlio Harrison, che sembra seguire un percorso speculare, tra desiderio di controllo e pulsioni pericolose. La scrittura non forza il parallelismo, ma lo lascia emergere nelle dinamiche quotidiane, nei silenzi, negli sguardi.

    Il nuovo contesto urbano di New York rappresenta un cambio di passo interessante. Lontano dai paesaggi statici e già noti delle stagioni precedenti, la città offre un ambiente più caotico, affollato, quasi impersonale, che si riflette nelle nuove sfide – logistiche, morali e narrative – del nostro protagonista. È uno scenario che potrebbe davvero dare una nuova vitalità alla serie, aprendo spazi inediti per le sue dinamiche da predatore nascosto tra milioni di volti anonimi.

    Ancora difficile da valutare il personaggio interpretato da Uma Thurman. La sua presenza è breve, quasi simbolica, ma lascia intravedere un potenziale narrativo intrigante. Il suo ruolo sembra connesso a una rete più ampia, oscura, che potrebbe arricchire la stagione con elementi nuovi e disturbanti. È evidente che gli autori stanno costruendo qualcosa di più grande, e Thurman potrebbe esserne la chiave.

    Nel complesso, queste prime due puntate non cercano di stupire con effetti speciali o colpi di scena forzati. Preferiscono prendersi il tempo di rimettere in moto i meccanismi, di ridisegnare le relazioni, di rievocare un'atmosfera che, pur cambiando contesto, resta coerente con l'identità della serie. È un ritorno misurato, consapevole, che punta più sulla struttura che sulla sorpresa.

    E se è vero che Dexter è tornato, non è tanto per vendere nostalgia, quanto per raccontare cosa resta di un uomo che ha passato la vita a convivere con il buio. Non sarà un capolavoro, almeno non ancora, ma è un inizio che ci ha convinto. E nel panorama seriale attuale, questo è già un buon segnale.

    Sasha Bazzov

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