Level-Up: Una mamma che non vuole crescere - Eredità digitale

«Memorie di una madre in pixel»

Il Sega Mega Drive arrivò nella mia vita a cinque anni, come un portale verso mondi inesplorati. Era più di una console nera lucida in 16-bit, era una promessa di meraviglia, un patto silenzioso con l'infinito che, da adulta, mi rifiuto di spezzare.

A mia figlia, le insegno a partire dalle origini, come si deve, non solo per trasmetterle una pedagogia videoludica, ma perché quella bambina che si emozionava per ogni nuovo gioco abita ancora dentro di me. Insieme, due esploratrici di età diverse, abbiamo guidato Mickey attraverso Castle of Illusion, trattenendo il respiro agli stessi salti, ridendo delle stesse cadute. Abbiamo affiancato Wonder Boy nelle sue trasformazioni fantastiche, tra draghi e leoni, e nei suoi occhi vedo riflesso lo stesso stupore che illuminava i miei.

Lara Croft, con le sue geometrie spigolose dei primi Tomb Raider, non è stata solo un'eroina da seguire. È diventata il simbolo di un'esplorazione condivisa, un viaggio in cui madre e figlia si incontrano senza maschere da adulti, senza ruoli, unite solo dal desiderio di scoprire.

Ma non viviamo soltanto di nostalgia. Quando cavalchiamo Torrente – o come lei lo chiama, il "cavallo/mucca" – attraverso le terre sterminate di Elden Ring, o ci perdiamo nei corridoi pieni di segreti di Hogwarts Legacy, non siamo più madre e figlia, siamo due anime gemelle in missione, due streghe apprendiste pronte a lanciare incantesimi sulla realtà.

I videogiochi sono diventati il nostro rifugio segreto, la nostra porta verso l'infinito. Sono il luogo in cui posso essere ancora quella bambina che non ha mai smesso di sognare, mentre lei cresce scoprendo che si può diventare adulti senza perdere la magia dell'infanzia. Che si può essere responsabili senza rinunciare al gioco. Che si può essere madri senza smettere di essere un po' bambine.

E se qualcosa va storto, basta ricordarsi di salvare spesso e ricaricare. Una lezione che vale nei videogiochi come nella vita: custodisci sempre un punto di salvataggio per il tuo cuore bambino.

Vale Q.


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