The Last of Us - Stagione 2 - Episodio 2

Titolo episodio: Attraverso la Valle
Titolo originale: Through the Valley
Data di uscita: 21 aprile 2025 (Sky Atlantic e NOW in Italia, HBO e Max negli Stati Uniti)
Genere: Drammatico, Post-apocalittico, Azione, Psicologico
Regia: Mark Mylod
Attori principali: Pedro Pascal, Bella Ramsey, Kaitlyn Dever, Gabriel Luna, Isabela Merced, Young Mazino
Durata: 55 minuti
Sceneggiatura: Craig Mazin
Fotografia: Ksenia Sereda
Montaggio: Timothy A. Good
Produzione esecutiva: HBO, Sony Pictures Television, Naughty Dog, Word Games, PlayStation Productions

Con il secondo episodio della seconda stagione, The Last of Us entra ufficialmente nella sua fase matura. "Attraverso la valle" — Through the Valley, in originale — non è soltanto un titolo poetico, ma anche simbolico: la valle è il luogo del passaggio, della discesa, dell'ombra. E questa puntata, magistralmente diretta da Mark Mylod, è tutto questo: un attraversamento emotivo e narrativo che non lascia scampo.

Mylod, regista noto per il suo lavoro su Game of Thrones e Succession, costruisce un episodio che fonde azione e tragedia con sorprendente lucidità. La puntata è un crescendo, un unico, lungo respiro trattenuto che esplode nella sequenza centrale e si spegne solo con i titoli di coda. In termini strutturali, siamo di fronte a un episodio che non concede pause: l'azione prende il sopravvento, ma non è mai fine a sé stessa. Ogni scontro, ogni fuga, ogni detonazione è narrativamente giustificata, emotivamente densa.

L'ambientazione innevata di Jackson gioca un ruolo fondamentale. La neve che copre tutto — ma non cancella nulla — diventa metafora dell'illusione di sicurezza. L'idea visiva degli infetti congelati che riemergono dal sottosuolo è una delle intuizioni più potenti dell'intera serie: uno strato bianco, silenzioso, che nasconde il caos. Il risveglio dell'orda è girato con una cura che non teme il confronto con il grande cinema apocalittico. Gli echi a World War Z, Days Gone, ma anche al Trono di Spade, sono evidenti, ma non derivativi.

La sequenza dell'assedio a Jackson è una delle migliori coreografie action della serie: regia fluida, fotografia livida, uso sapiente del fuoricampo e un montaggio che alterna panico e strategia. La città fortificata si difende, ma cede. E in quel cedimento si aprono le vere crepe: quelle nei rapporti fra i personaggi.

La puntata non è solo azione, però. È anche e soprattutto un momento di passaggio emotivo. Lo è per Ellie e Joel, ancora distanti, ancora incapaci di comunicare, e lo è per Abby, la nuova protagonista che irrompe nella narrazione con il peso di un passato insopportabile. Kaitlyn Dever, già apprezzata in Unbelievable e Dopesick, costruisce una Abby tormentata, tesa, animalesca eppure profondamente umana. La sua vendetta non è fredda: è incandescentemente personale.

E qui, chi ha giocato a The Last of Us – Parte II sa che stiamo parlando di "quella scena". Senza rivelare nulla, basti dire che il punto di svolta viene trattato con rispetto, intensità e una regia che non si limita a replicare, ma rielabora. I fan del videogioco non resteranno delusi: il momento è lì, intatto, ma reso ancora più brutale dalla scelta di mostrare solo ciò che serve. I dettagli contano: uno sguardo, una stretta, il rumore della neve calpestata. La serie sa quando parlare e quando tacere.

Rispetto al videogioco, ci sono novità intelligenti. Piccole varianti che non snaturano, ma impreziosiscono. L'azione viene espansa, i tempi dilatati, i personaggi secondari — Tommy in particolare — assumono nuova rilevanza. Il ritmo, rispetto alla prima stagione, è più sostenuto, più cinematografico. E se nella prima stagione l'elemento introspezione prevaleva, qui si assiste a una sorta di rovesciamento: la reazione prende il posto della riflessione. Si combatte. Si corre. Si sopravvive.

Eppure, non è solo una questione di velocità. C'è una consapevolezza nuova nella messa in scena, una maturità registica che sa calibrare l'epico e l'intimo. I primi piani sono usati con discrezione, ma quando arrivano, colpiscono. Le inquadrature fisse nei momenti di dolore non cercano il compiacimento, ma l'empatia. L'orrore non è spettacolarizzato: è vissuto.

Alla fine dell'episodio, lo spettatore resta scosso. Non per l'ennesima scena d'azione. Ma per la sensazione di aver superato un punto di non ritorno. "Attraverso la valle" è l'episodio che segna l'inizio vero della seconda stagione. Il momento in cui la serie, e i suoi personaggi, smettono di guardarsi indietro.

E noi, spettatori, non possiamo fare altro che seguirli. Tremando, ma affascinati.

Sasha Bazzov


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