
You - Quinta Stagione
Dopo una prima metà che sembra voler riallacciare i fili sparsi nel mondo frammentato di Joe Goldberg, la quinta e ultima stagione di "You" su Netflix trova finalmente la sua traiettoria definitiva. È da questo momento che la serie introduce un cambio di prospettiva fondamentale, rompendo lo schema reiterato delle quattro stagioni precedenti.
Il cerchio si chiude, sia in senso figurato che concreto, riportandoci a New York, la città che aveva alimentato la follia di Joe. La libreria Mooney's riapre le sue porte, la campanella squilla come un richiamo dal passato, e i fantasmi che avevamo lasciato in sospeso tornano a reclamare giustizia. Tutto è costruito per evocare l'atmosfera della prima, folgorante stagione, quella che aveva saputo trasformare una semplice storia d'amore in un incubo fin troppo plausibile.
Joe Goldberg non è mai stato soltanto un serial killer da fiction. È la manifestazione concreta di una tossicità reale, quella che si annida nella quotidianità, negli uomini che confondono il possesso con l'amore e il controllo con la protezione. Un racconto che, pur estremizzando attraverso colpi di scena e svolte narrative, affonda le proprie radici in dinamiche sociali autentiche e riconoscibili.
Dal punto di vista psicologico, analisi online hanno associato Joe a disturbi come il narcisismo patologico e il disturbo antisociale di personalità. Goldberg incarna l'assenza di empatia, la manipolazione emotiva, l'ossessione per il dominio sull'altro. La sua infanzia segnata da violenze e abbandoni offre una chiave interpretativa, ma mai una vera assoluzione. E verso le ultime battute della serie, anche nella mente di Joe questa giustificazione si sgretola, rivelando la brutale verità della sua natura.
Uno degli snodi più potenti di questa stagione è il ribaltamento definitivo della dinamica di potere. I social network, che Joe aveva utilizzato per controllare, ora si trasformano nella sua condanna. Le vittime non restano più in silenzio, ma si ribellano, trasformando la rete in un tribunale spietato. È una riflessione amara sulla brutalità dell'opinione pubblica e sull'imprevedibilità della massa digitale.
La serie riesce anche a suggerire una possibilità di rottura del circolo vizioso. Henry, il figlio di Joe, rappresenta la speranza che il male non sia ereditario, che il destino scritto dai padri possa essere riscritto dai figli.
Le trame principali trovano finalmente una loro conclusione, restituendo compattezza al racconto. Resta tuttavia una dolorosa omissione: la storia di Ellie, interpretata da Jenna Ortega, rimane inspiegabilmente sospesa, lasciando un senso di incompiutezza difficile da ignorare.
L'epilogo, pur senza rinunciare a qualche forzatura narrativa, si dimostra necessario e coerente. Dopo stagioni in cui la verosimiglianza morale sembrava essersi diluita, "You" ritrova la forza di affrontare il proprio protagonista senza veli né indulgenze. Joe Goldberg è costretto a confrontarsi con il peso insostenibile delle proprie scelte, senza possibilità di redenzione.
Penn Badgley, con un'interpretazione intensa e stratificata, si conferma l'anima della serie, capace di dare voce e corpo a un personaggio disturbante, tragico e maledettamente umano.
In definitiva, "You" stagione 5 non è priva di imperfezioni, ma è il ritorno necessario alle radici più cupe e spietate del racconto. Un addio imperfetto, sì, ma profondamente fedele all'essenza torbida che ha reso questa serie un fenomeno inquietante e impossibile da dimenticare.

Sasha Bazzov